domenica 10 aprile 2011

Viaggio nell'inferno di Piano del Principe.



Queste foto sono state scattate domenica 10 aprile 2011 nel quadrilatero compresa fra via Martiri di Nassiriya e via Don Giovanni Antonio Gasparro (linea Circum San Giuseppe – Poggiomarino) e fra via Muscettoli e via Piano del Principe. Il quadrilatero “ della morte”.


Sono ormai anni che tutta l’area a valle di San Giuseppe subisce lo scarico illegale di ogni sorta di rifiuto: scarti tessili, pneumatici, amianto, ma anche rifiuti urbani indifferenziati, che vengono puntualmente dati alle fiamme per fare spazio a nuovi scarichi e per evitare salate multe dell’autorità giudiziaria. La vista dei fumi neri che testimoniano gli incendi lungo la SS 268 non fa più notizia. Non vengono più notati, ma il loro carico di morte si deposita su ogni organismo vivente presente nel raggio di decine di km dal punto di origine dell’incendio. Moltiplicare un simile evento per decine di volte al giorno e per tutto l’anno da una vaga idea del disastro ambientale che stiamo vivendo.


Ma chi scarica questi rifiuti?
È la prima domanda che si pone chi ha il coraggio di inoltrarsi in queste campagne a poche centinaia di metri dal centro urbano. Il materiale proviene principalmente da aziende della zona, per lo più attive in una fascia di “economia grigia”, che sfugge ai vincoli fiscali imposti per legge. Materia prima acquistata in “nero” e, quindi, non in grado di generare “rifiuto legale”. Scelta, questa, che permette alle aziende di non sostenere l’alto prezzo di smaltimento dei rifiuti (intorno a euro 0.20 – 0.25 lordi al kilo). A questo va aggiunto la totale assenza di senso civico delle popolazioni residenti, che non si fanno alcun scrupolo di disfarsi dei propri rifiuti ovunque, tranne che a casa propria.

Ma lo Stato dov’è?
Lo Stato è fra i principali responsabili di questo disastro. Nel 1997, con il decreto legislativo n. 22, cosidetto “Decreto Ronchi”, il quale recepisce le direttive CEE del 1991 e del 1994, si definiscono linee guide per la gestione dei rifiuti urbani ed industriali. Nel decreto evince il concetto per cui “chi produce rifiuti è poi tenuto a farsi carico dello smaltimento”. Mentre a Comuni, Provincie e Regioni si lascia tempo “tempo fino al 2003 per portare la raccolta differenziata al 35%”. Il risultato di questa scelta scellerata è stato il disastro che viviamo quotidianamente, cavalcato dalla mala politica e dal crimine organizzato, che ha subito intuito quale fiume di denaro sarebbe corso nelle varie emergenze rifiuti generatesi lungo tutta la penisola. Le Leggi che si succedono sono peggiorative, fino alla n.26 del 26/02/2010, che introduce la provincializzazione dei rifiuti e la creazione di mega carrozzoni provinciali per gestire TARSU e relativo servizio di raccolta e smaltimento rifiuti.


Oggi a cercare di arginare il fenomeno ci sono, o dovrebbero esserci, Polizia Locale, Polizia Provinciale, Guardia Forestale, Polizia di Stato e Carabinieri, un esercito che in realtà si limita solo ad intervenire a danno avvenuto e penalizza il cittadino proprietario del fondo, ipotizzando il reato di mancata conduzione della proprietà e obbligandolo a pulire a norma di legge e a costi proibitivi. Peccato che gli stessi funzionari, quando si tratta di strade pubbliche, si limitano solo a segnalare il problema agli Enti proprietari, senza imporre le stesse regole richieste ai privati cittadini. Al solito: due pesi e due misure.


Dal canto loro, i pochi contadini che continuano, caparbiamente, a coltivare queste terre contaminate e sporche di tutto, hanno preso le dovute contromisure. Mentre il materiale sui bordi delle strade viene lasciato a marcire e quello al centro dei fondi agricoli viene incendiato e sotterrato.


Questa è la storia superficiale, molto superficiale, di una terra contaminata che non dista neppure 500 metri dal centro dei nostri paesi. Una storia che potrebbe essere raccontata all’infinito, cambiando solo i nomi delle strade, visto che questa triste realtà copre come un sudario di morte tutta la provincia di Napoli e Caserta.


Mimmo Russo

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